a cura di Elena Abbiatici e Valentina G. Levy
Conversare, camminare, dormire, scoprirsi: tutto in una bolla. Bolla come spazio nomadico di vita,
rifugio della propria identità, scoperta di quella altrui. Luogo di
affetto, architettura di protezione da portare ovunque si abbia bisogno
di casa. Esperienza da indossare in pvc e da far sperimentare a terzi,
nella consapevolezza che l’uno senza l’altro non possiamo essere.
Ana Rewakowicz ha viaggiato da un paese, cultura, linguaggio all’altro:
dalla Polonia d’origine al Canada dove risiede attualmente. Per portare
la propria casa ovunque e condividerla con gli altri, ha scelto la
bolla. Da oltre 10 anni infatti l’artista elabora oggetti gonfiabili
mobili di vario genere, materiale e dimensione, indossabili ed
abitabili, per i quali coinvolge persone e le mette al centro
dell’esperienza.